Fiscalità cripto: presentati in Senato gli emendamenti per ripristinare equità e coerenza

19 novembre 2025 - Staff

Le iniziative ripristinano al 26% l’aliquota sulle plusvalenze e correggono l’attuale impianto secondo i principi già vigenti per le altre forme di investimento e risparmio.

L’analisi di CheckSig sul quadro attuale e sulle prospettive future.

Roma, 19 novembre 2025 - Nella cornice dell’esame della bozza di legge finanziaria, i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle hanno presentato una serie di emendamenti per ripristinare l’aliquota del 26% sulle plusvalenze da cripto-attività, eliminando l’innalzamento al 33% previsto dall’attuale normativa. Il Partito Democratico, che nella precedente legge di bilancio aveva sostenuto una proposta simile, non ha invece presentato interventi sul tema.

Si tratta di una misura di semplice equità: evitare di tassare gli investimenti in Bitcoin e cripto più severamente rispetto agli strumenti finanziari tradizionali con aliquota ordinaria al 26%; anche per evitare il paradosso di ETF Bitcoin con tassazione inferiore rispetto all’investimento diretto.

Tra le proposte spicca l’emendamento principale presentato dalle forze di governo - a firma Pellegrino-Gelmetti (Fratelli d’Italia) e Paroli-Lotito (Forza Italia) - affiancato da un emendamento di contenuto analogo depositato dalle Senatrici di opposizione Pirro-Damante (Movimento 5 Stelle). Oltre al ripristino dell’aliquota al 26%, l’emendamento introduce tre correttivi essenziali per un sistema fiscale moderno e coerente:

  • il ripristino della rivalutazione annuale delle cripto-attività con imposta sostitutiva al 18%, rendendola disponibile non solo per il 2025 ma per ogni periodo d’imposta;
  • la possibilità di compensare plusvalenze e minusvalenze tra strumenti finanziari tradizionali e cripto-attività, superando una discriminazione priva di fondamento economico;
  • l’inclusione dei costi transazionali nel prezzo di carico, analogamente a quanto già previsto per i valori mobiliari.

Le misure proposte non introducono privilegi né trattamenti speciali: ristabiliscono invece la parità di trattamento fiscale tra risparmio cripto e risparmio tradizionale, nel pieno rispetto dell’articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio «in tutte le sue forme».

Gli emendamenti presentati dalla Lega condividono lo stesso spirito di tutela del risparmio, ma si concentrano su un semplice rinvio dell’entrata in vigore dell’aliquota al 33%: intervento apprezzato ma che non risolve in modo strutturale la questione dell’equità fiscale né allinea il regime delle cripto-attività a quello degli altri strumenti finanziari.

«L’ampio consenso raccolto nell’arco parlamentare - coinvolgendo maggioranza e opposizione - dimostra quanto sia essenziale garantire equità e coerenza nella disciplina fiscale delle cripto-attività, evitando distorsioni che penalizzano ingiustificatamente una forma di risparmio rispetto ad altre», ha dichiarato Ferdinando Ametrano, docente universitario su Bitcoin e cripto-attività in diverse università europee e amministratore delegato CheckSig. «Alla luce di questa convergenza, auspichiamo che l’emendamento principale venga inserito tra quelli segnalati e approvato in Commissione, così da assicurare al Paese una disciplina fiscale chiara, stabile e allineata ai principi generali del sistema tributario».

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